Raw (Bibliographic) Data Now!

Se avete tempo, guardate l’ormai leggendario discorso di Tim Berners-Lee a TED 2009 sui Linked Data (ci sono anche i sottotitoli).

Quello che più è esaltante è che si tratta di uno spostamento di paradigma: dai documenti ai singoli dati, dal connettere i documenti al connettere i dati.

Ma prima servono i dati, grezzi, liberi.
Rilasciare dati, e rilasciarli liberamente, è il prossimo passo per la creazione di un Web più intelligente, una delle forme del Semantic Web, che intende connettere i dati tramite RDF.
Rilasciare dati aperti permette il loro riutilizzo in nuove forme e modi, ad esempio per analisi o verifiche. Pensate ai dati pubblici sulla lotta contro il cancro o il genoma umano. O ai dati presi direttamente dai vari template di Wikipedia per costruire DBpedia, alla possibilità di far correre su queste vaste distese di dati strumenti statistici per l’analisi quantitativa, per trovare significati diversi, correlazioni, pattern emergenti.
Pensate cosa potrebbe voler dire disporre dei dati pubblici del governo, in termini di trasparenza e democrazia.

Anche le biblioteche, fortunatamente, possono dare il loro contributo, rilasciando i loro dati bibliografici.
Qualche mese fa, infatti, la biblioteca del CERN ha preso in parola Tim rilasciando in pubblico dominio i suoi dati in un apposito formato libero. Jens Vigen, il direttore, l’ha ribadito venerdì scorso al convegno bibliotecario delle Stelline, seguendo il motto “Raw Data Now!”.
Oggi a Colonia varie biblioteche universitarie e pubbliche annunciano che anche loro hanno fatto lo stesso.

Sul fronte dell’Open Access dunque prende piede una nuova importante missione: la liberazione dei dati bibliografici, punto di intersezione fra il movimento Open Data e quello Open Access.
So, blow up the silo!

Update: nuovissimo fantastico video di Tim, sempre a TED (febbraio 2010), su open data e mash-up.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

4 pensieri riguardo “Raw (Bibliographic) Data Now!

  1. Distribuire l’atomo di conoscenza invece del pacchetto… Ho vissuto la iper-produzione e la iper-distribuzione di informazione -l’epoca del DB – come un affronto al mio ego. I “miei” processi mentali, quelli che girano nel mio cranio, sarebbero solo una sezione infinitesimale di ciò che c’è in Google (o in Bing)? Il mio ego non ce l’ha fatta a starci dentro, mi sono sentito spodestato. Poi ho “sentito” di avere due piedi e due gambe di carne viva e che quell’adelphi qui (cristallo serializzato a pagamento di sapere) era arrivato qui-e-ora tra le mie mani, per ragioni di ordine molto diverso da quelle prese in considerazione da Google. Il mio ego continua sanguinare, però.

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  2. Distribuire anche gli atomi, continuando a distribuire i pacchetti.
    Io non lo vedo come un affronto all’ego: più roba c’è là fuori, anche in Google, meglio è per me e per gli altri. Concenzione ubuntista se vuoi.
    La tua “bistecca” poi è lì e va bene, puoi startene da solo con il tuo peradamitico libriciattolo di carta, arrivato da te perchè ti cercava (“A ogni libro il suo lettore”, diceva Ranganathan). Io, per ora, non trovo contraddizione in questo. Mi cibo e cibo i miei libri, ogni tanto prendo qualcosa che sta dentro la mia testa e la metto in un posto ubiquo, come Internet, in cui, chissà, a qualcuno un giorno potrà servire. La condivisione è un valore in sè (almeno per me).

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  3. Ho un cruccio moralista e spero non moralizzante: perchè una comunità di atomi e pacchetti di sapere invece (qui l’invece ci sta, per me) di una comunità di corpi ed esperienze vissute qui-e-ora, sensoriali, immancabilmente locali? Stiamo, come comunità umana, facendoci crescere un gran testone. Tim, parla da delle alture così astratte da aver poco a che fare con la gentilezza della mia mano che batte qui-e-ora su questa tastiera; lontano dal legame di comunità che ho stretto con vicini di casa, colleghi, amici, città e anche con i pezzi di mondo che ho visto. Non voglio aver ragione, Andrea mi trovo con te in un terreno fertile. Voglio espormi al rischio della tua differenza da me (che da qualche parte è similitudine).

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    1. Colgo volentieri la tua preoccupazione, perchè so anche io che tendo a essere sbilanciato, quotidianamente, su ciò che è solo testa (per la precisione, occhi) lasciando indietro quello che è corpo o anche spirito, se vuoi. Capisco quello che dici mi fa pensare. Mi viene da dirti che gli atomi di sapere si trasmettono meglio, più facilmente, si lasciano lì e qualcuno può utilizzarli. E’ molto più difficile distribuirsi fisicamente, più faticoso, più complesso e molto, molto più doloroso. Se non ci facessimo crescere una gran testone ma un grann cuorone sarebbe meglio, certo. Ma confido che si inizi da qualcosa di buono e più facile, che poi, chissà, se condividi cose utili e belle e di te qui-ed-ora, puoi dare questo tuo qui-ed-ora agli altri, nel loro qui-ed-ora. Una pagina adelphiana, se vuoi, un qualcosa di te, di vero e autentico, sotto forma di testo. Io mi sono un po’ fermato alla testualità, vero, ma per adesso mi piace così. D’altronde, ho anche iniziato ad andare in palestra per non trascurare troppo la bistecca ;-)

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